05 febbraio 2018

Criptovalute, crisi o fase transitoria?

La fase di discesa del bitcoin e delle altre valute digitali impone delle dovute considerazioni. Analizziamo l’andamento del mercato delle criptovalute di quest'ultimo periodo. In realtà, nonostante le enormi perdite subite, è semplicemente ritornato, grosso modo, ai livelli di un paio di mesi fa. Trattasi quindi di un grande crollo seguito a un picco enorme. Ciò non significa che sia "eplosa" la bolla, ossia che il mercato sia collassato, almeno non ancora. Contrariamente a ciò che si legge in giro navigando online, è praticamente impossibile prevedere con certezza assoluta se sia l’inizio della fine delle criptovalute, o soltanto un momento passeggero a cui seguiranno nuovi aumenti di valore. Vista la sua grande volatilità, il mercato delle criptovalute è inevitabilmente esposto al "panic selling", cioè la vendita, da parte di un gran numero di investitori, per paura del crollo di valore del proprio bene. Tale aspetto contribuisce negativamente all'andamento del bene stesso, in tal caso le criptovalute. Alcuni attribuiscono il crollo al susseguirsi di notizie potenzialmente dannose per il mercato delle digital coins, in particolare la notizia di una possibile chiusura dei siti di exchange sudcoreani. La Corea del Sud è infatti il terzo paese al mondo per volume d’affari in criptovalute. Il ministro della Giustizia annunciò di voler chiudere i siti di exchange (le motivazioni riguardano soprattutto la volontà, da parte dei governi, di regolamentare un mercato precedentemente ignorato). Dopo tale annuncio del ministro della Giustizia, il primo ministro ha tenuto a precisare che si tratta soltanto di un'ipotesi e che comunque ci vorrebbero molti mesi per attuarla. L’incertezza sul futuro dei siti di exchange sudcoreani, la cui chiusura sarebbe un grosso problema per il mercato delle criptovalute, ha causato ovviamente agitazione per molti investitori che per questo motivo hanno iniziato a vendere. Tuttavia ricercare il crollo del mercato in questa sola causa sarebbe un errore. Sono circolate notizie poco rassicuranti provenienti anche dalla Cina, che sembra volersi sganciare dai bitcoin limitando il settore del "mining" nonchè gli accessi ai siti di exchange. Si tratta però di notizie poco chiare né confermate, data la difficoltà di ottenere informazioni dettagliate sulla Cina. In questi cali ha avuto il suo peso anche la chiusura di Bitconnect, una piattaforma per investire e scambiare bitcoin, sospettata di truffare gli utenti tramite uno schema Ponzi. Insomma, troppe variabili in gioco che non consentono assolutamente previsioni certe sul futuro delle valute digitali. Per ora ci atteniamo ai fatti e ai valori concreti del momento dato che la matematica non è un'opinione.


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