29 maggio 2020

La mazzata dell'halving

L'halving, fino ad ora, si è rivelato quasi come una sorta di mannaia sul capo dei miners. Anche le grosse compagnie di mining e i minatori singoli più forti hanno risentito pienamente l'impatto di tale evento. Basti pensare che, ad esempio, Eobot ha messo il mining provvisoriamente in stand-by (fino a quando non si sà...) sostenendo che i costi attuali sono maggiori dei possibili ricavi. Altri colossi come genesis mining hanno semplicemente dimezzato quel poco che già davano agli utenti. Insomma uno scenario, quello del mining per conto terzi, che non invoglia per nulla ad investire. Eppure il bitcoin al momento tanto poco non vale, essendosi assestato temporaneamente a quota 8500 euro. Ma, evidentemente, tale livello non è sufficiente e tutto l'ambiente spera nel raggiungimento di un prezzo di mercato più alto. In realtà l'halving è un meccanismo innescato dal suo creatore volto a rallentare (ogni 4 anni) l'estrazione della valuta digitale. Il dimezzamento crea, di fatto, difficoltà ai minatori e l'estrazione tende a rallentare (almeno finchè non si raggiungeranno nuove condizioni ben più favorevoli come l'aggiornamento degli impianti per minare e/o la salita considerevole del prezzo della moneta digitale stessa). Nell'immediato il dimezzamento appare indubbiamente come una implacabile ghigliottina ma, alla distanza, dovrebbe rendere la criptovaluta sempre più rara facendone di conseguenza lievitare il prezzo. Siamo però sempre nel puro campo delle ipotesi, nulla è sicuro al 100%, si sà. Continueremo ad osservare l'andamento di BTC & c. nei prossimi mesi...

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