19 ottobre 2017

Basta con la bolla!

Seguo i bitcoin ormai già da alcuni anni (ricordo che quando cominciai ad interessarmene il BTC valeva circa 200 euro o poco più) e spesso mi capita di leggere articoli riguardanti le criptovalute che compaiono online oppure su giornali e riviste. Purtroppo gira questa voce oserei dire insistente, superficiale e fastidiosa secondo cui il bitcoin sarebbe una bolla. A me piace valutare le situazioni sulla base dei fatti e dell'esperienza e non sulle semplici supposizioni. Intanto non mi stà affatto bene che un giornalista qualsiasi che semmai non ha mai investito un euro in bitcoin, e dunque privo di esperienza sul campo, scriva un pezzo sottolinenando che, molto probabilmente, il bitcoin è un "fenomeno di bolla speculativa" e ciò solo per attirare l'attenzione. Facciamo un passo indietro. La situazione reale è la seguente: nell'ormai lontano 2008 il bitcoin fece la sua prima comparsa, ideato e lanciato da Satoshi Nakamoto, pseudonimo di una persona rimasta anonima (o gruppo di persone, a tutt'oggi non si sà ancora esattamente). Sono passati circa 10 anni, dal momento che stiamo per entrare nel 2018. Il bitcoin ha resistito a tutti i tipi di ostacoli e avversità di ogni genere, viene transato sul mercato al pari di qualsiasi altra valuta classica o commodity (oro, argento, petrolio, etc...). Nel corso di questi anni il suo valore è cresciuto enormemente, come abbiamo visto (al momento che scrivo il bitcoin è quotato 4837 euro, scusate se è poco). Anche ammettendo le perplessità di alcuni (che comunque non condivido e non condividerò mai) bisogna tener conto del fatto che il bitcoin (poi ne sono seguite altre centinaia di criptovalute) ha rappresentato e rappresenta un'innovazione tecnologica straordinaria. Satoshi Nakamoto, a conti fatti, è un genio perchè è riuscito a creare una moneta indipendente a livello informatico. In altre parole il bitcoin non si stampa come l'euro, il dollaro etc... nelle zecche ma viene creato elettronicamente ossia online grazie al lavoro dei miners (minatori). Il bitcoin si avvale della blockchain. Si tratta di un database distribuito che sfrutta la tecnologia peer-to-peer per effettuare delle transazioni attraverso i Bitcoin. Senza entrare troppo nel merito dei parametri tecnici che risultano talvolta complessi, spieghiamo in modo semplice la situazione. Immaginate che il bitcoin sia l'oro in una miniera (è proprio il caso di dirlo!), ebbene, quando la miniera è zeppa l'estrazione è più semplice. Ma man mano che il bene diminuisce acquista valore ma  diventa più difficile (e costoso) estrarlo. Analogamente, si pensi ad un computer che deve rintracciare dei codici alfanumerici. Il bitcoin ha un limite, non si possono generare più di 21 milioni di monete totali (ma ci vorranno anni perchè ciò accada, anche se ne sono stati generati parecchi finora). Milioni di persone, comprese industrie, non investirebbero nei bitcoin se si trattasse di una bolla, ovvero di fumo. Cari scettici, il bitcoin non è una bolla ma rappresenta una reale opportunità di guadagno (specie in questi tempi difficili). Poi, per quanto riguarda le società serie di mining alle quali affidarsi per realizzare introiti, esse fanno parte di un altro capitolo dello stesso discorso. In questo blog ne seguiamo principalmente 3 e cioè: genesis mining, hashing24, ed hashflare. C'è anche eobot da menzionare ma non lo considero a livello delle prime tre come professionalità.

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