01 maggio 2021

The sandbox

The sandbox

Migliaia di dollari reali per comprare terreni virtuali nei videogames: così imprenditori e gamer investono in Nft con la blockchain. Quando la blokchain incontra il mondo dei videogiochi, nascono nuove opportunità di fare affari (e, ovviamente, anche nuovi rischi). Così la pensano tutte quelle aziende e persone che stanno investendo migliaia di dollari per acquistare terreni che non esistono nella realtà fisica, ma che si trovano solo nei metaverse, mondi virtuali come quelli dei videogame che conosciamo, ma costruiti su criptovalute come Ethereum in cui le transazioni si realizzano attraverso le suddette valute digitali, e l’autenticità e sicurezza di ogni compravendita è garantita. C’è chi vuole trarne un profitto e aspetta di rivendere la proprietà quando si alzano i prezzi; altri invece puntano a generare un ricavo costruendo su quel pezzo di terra un negozio o un parco giochi o magari organizzando un concerto, dove gli utenti (o meglio i loro avatar) possono andare pagando un biglietto sotto forma di token. Oppure più semplicemente, la si mette in affitto, per generare una rendita passiva, proprio come i tanti proprietari di immobili fanno con le loro seconde case nella vita reale. Si tratta di un fenomeno cominciato già 4 anni fa, nel 2017 quando è nato il primo esempio più rilevante di questi mondi, Decentraland. Ma oggi esistono diversi metaverse, uno di essi è appunto The Sandbox, che non deve essere inteso come un videogame tradizionale: al suo interno si possono creare videogiochi, mostre d’arte, concerti virtuali, eventi social. Basta comprare una Land (un appezzamento virtuale) della mappa, che è un Nft (Non-fungible token) a tutti gli effetti e decidere come meglio utilizzarla. Oltre 5 mila investitori solo dal nostro paese, negli ultimi 12 mesi, hanno creduto in questo progetto. L’anno scorso il terreno più piccolo costava 40 dollari. Ora il prezzo minimo di acquisto è 600 dollari. Una volta terminata la compravendita, registrata e garantita dalla blockchain di Ethereum, si può sfruttare la proprietà digitale in tanti modi diversi una volta che il videogame definitivo The Sandbox sarà lanciato. La data del rilascio è prevista per la metà del mese di maggio.

Biome Jungle – The Sandbox

Prima di aprile 2021, la piattaforma aveva già venduto il 46 per cento della sua mappa virtuale, costituita da 166.464 Land per un valore superiore a 20 milioni di dollari, di cui 2,8 milioni solo a febbraio 2021 con la community italiana, “una delle più attive, dopo quelle cinese, coreana e giapponese”, dice Capezza. E questo mese ha rilasciato nuovi lotti, che si distinguono tra unità singole e appezzamenti più ampi chiamati Estate. I terreni si acquistano con i $SAND, la criptovaluta basata sulla blockchain di Ethereum, convertibile negli appositi mercati.

Un lotto di Land corrisponde a uno spazio di 96x96x128 metri, che equivalgono a 3072x3072x4096 Voxel, i pixel volumetrici. Un Estate è invece costituito da un numero di Land variabili tra 9 e 576 unità. Un singolo Land viene commercializzato a un valore di 1011 $SAND (pari a circa 647 dollari), ma in vendita ci sono anche Land di categoria premium che includono altri Nft e hanno un valore di 4683 $SAND (pari a circa 3000 dollari).

Diverse figure tra aziende, imprenditori e venture capitalist hanno acquistato i terreni: da Atari a Binance, passando per Tyler Winklevoss, co-fondatore di Gemini Exchange, e Ken Howery, co-fondatore di Paypal. Per il momento si può solo investire in land (finora il record di vendita a livello mondiale è stato di 300 mila dollari per una singola proprietà) oppure creare Nft, come oggetti, personaggi, edifici, veicoli per popolare la mappa, attraverso i tool gratuiti messi a disposizione dalla piattaforma. Solo quando il videogame di The Sandbox sarà rilasciato, si potranno organizzare tutta una serie di attività e anche ottenere remunerazione da queste.

Il fenomeno del virtual real estate

Come ci hanno già mostrato le continue oscillazioni di Bitcoin & C, l’investimento in crypto asset può essere davvero rischioso soprattutto quando non si conosce bene il funzionamento di un mondo immateriale che è alle prime fasi di sviluppo e di cui è difficile prevederne gli esiti. Esso si presenta come un videogioco in cui le persone, attraverso i loro avatar (mi viene da pensare a second life), vivono e giocano ma entrano, allo stesso tempo, in contatto con aziende che comprano spazi pubblicitari.

Questo ambiente tridimensionale ha un’estensione limitata garantita dalla blockchain: sugli appezzamenti possiamo trovarci giochi diversi e l’utente può spostarsi da un’area all’altra provando i tanti videogame mentre esplora questo mondo virtuale. All’aumentare dei terreni venduti, la quantità di lotti disponibili si riduce: a quel punto, il proprietario può rivenderli o affittarli a nuovi utenti.

Ad esempio, The Sandbox mette a disposizione dei giocatori due strumenti gratuiti. Il primo si chiama the Game Maker (senza conoscere la programmazione permette a un utente di sviluppare un videogame all’interno dei confini della sua proprietà). Il secondo si chiama Voxedit e consente di creare Voxel art, opere d’arte in voxel (versione tridimensionale del pixel bidimensionale) ma anche personaggi e oggetti che potranno riempire i vari videogame.

Conference center – The Sandbox

“Stiamo discutendo con un brand di scarpe che vuole sviluppare e vendere le proprie sneakers come Nft su The Sandbox. Così quando l’utente entra nel mondo virtuale può decidere di vestire il proprio avatar con calzature standard, e quindi gratuite, o mettergli ai piedi quel particolare paio di scarpe acquistabile con i $SAND sul nostro marketplace”, afferma un responsabile del progetto, che sottolinea come “anche a causa della pandemia è aumentato il tempo che le persone trascorrono giocando online e per loro sta diventando sempre più importante distinguersi con degli item digitali unici”.

Dunque trattasi di una tendenza che già caratterizzava le esperienze ludiche precedenti ma che ora è decisamente cambiata per via della blockchain: nei videogame tradizionali, e in quelli free to play, quando un gamer acquista una skin, un vestito virtuale, per il proprio avatar, in realtà non dispone della proprietà, che rimane in capo alla casa produttrice che ha sviluppato il gioco. Diversamente, con The Sandbox, la vendita è reale: acquisti un paio di sneakers, che sono certificate Nft, e le avrai per sempre, a meno che non deciderai di rivenderle ad altri utenti. Ed ecco che il "free to play" si trasforma radicalmente in "play to earn".

Personaggi di The Sandbox

Il metaverse di The Sandbox punta a rivoluzionare il concetto di gaming, perché permette a creativi di ogni tipo di costruire un mondo, un’esperienza, una performance, un gioco, opere d’arte o semplici oggetti, un evento social e di monetizzarli poi, attraverso il sistema degli Nft.

Ci sono due canali attraverso cui è possibile fare questi acquisti di Nft, dai terreni digitali ai personaggi e agli oggetti che popolano i videogame, fino alle opere d’arte virtuali. Il primo è lo shop di The Sandbox; il secondo un marketplace di Nft, OpenSea.io, dove si possono trovare tanti Nft, inclusi i cryptopunk.

Naturalmente non esiste soltanto "The Sandbox" ma anche altre piattaforme del genere come quella su cui poggia Upland, già totalmente attivo e recensito in precedenza su questo blog.

the sandbox

Fungible Vs Non-fungible

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